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Sulla strada per Leobschtz

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Regola prima. Me lo porti al muro
ovviamente già nudo. La divisa
la sistemi da parte col berretto
(servirà per i prossimi arrivati).

Regola due. Lo tieni per l'orecchio
se per il braccio è inutile, se fa resistenza
insomma che non s'agiti, se sbaglio mira
poco mi importa, non faccio differenza.

 

NEL CORTILE DELLA MORTE

Cristo l'ho visto io come tremava nudo
minacciato dal fucile che si era inceppato,
mica si scomponeva l'ufficiale
scambiava con il sottoposto una battuta
frattanto che ripristinava il percussore
e lo finiva - carponi nella pozza,
la nuca spapolata

pensate, aveva pure di che lamentarsi
l'assassino,
del fatto che il fucile non sparava
(infatti era successo già altre volte),
che fosse giunta l'ora di cambiarlo
intanto sbadigliava

 

[ Poesie tratte da Sulla strada per Leobschütz, La Vita Felice ]

Sulla strada per Leobschütz

 

 Anna Gatto - 26/06/2012 12:02:00 [ leggi altri commenti di Anna Gatto » ]

Parole forti, duro l’evento! Succede ogni giorno anche senza fucile, a volte basta solo una parola e quella non si inceppa mai.
Cristo però sorride di fronte al suo stupido assassino.
Fa riflettere!

 Giovanni Ivano Sapienza - 24/06/2012 19:24:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Ivano Sapienza » ]

E’ difficile non condividere il giudizio di Bianca Mannu.
Il pregio di lodevoli ed encomiabili componimenti come questi consiste nella capacità di rattenere ed incanalare l’emozione lirica all’interno di un cronotopo narrativo ben delineato e circostanziale,evitando il rischio di sbavature sentimentali e di un esibito soggettivismo;il difetto,o almeno un possibile rischio, risiede nel fatto che la narrazione,comportando la rappresentazione-evocazione di ciò di cui si è "gnari",cioè consapevoli per effetto di distanziamento e decantazione storicizzante,potrebbe sbarrare la strada ad auspicabili e proficue operazioni di attualizzazione delle pur notevoli istanze di riflessione etica sottostanti a tali interessanti progetti di scrittura

 enrico dignani - 24/06/2012 15:16:00 [ leggi altri commenti di enrico dignani » ]

Il fermento umano
Guerre comprese
Razionalizzano le possibilità di esistenza
E di sviluppo.
Le guance dell’umanità
Sono fresche e sode,
Dio le benedica.

 Maria Musik - 23/06/2012 17:19:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Gentile Bianca, quello che le è accaduto non ha nulla a che fare con censura da parte della redazione (che oltretutto sarebbe un po’ strana visto che le poesie della settimana sono proposte o approvate dalla redazione e che lo stesso Maggiani ha pubblicato una recensione al suo libro "Sulla strada per Leobschütz"). Semplicemente, da un po’ di tempo, per difendere tutti gli autori e commentatori da "attacchi" inopportuni (dopo una serie di spiacevoli quanto violenti commenti coprolali), se non ci si autentica prima di commentare, si riceve in automatico una mail che ci chiede di confermare di voler pubblicare il commento. Se non si esegue questa operazione il commento non sarà reso visibile dal sistema. Questo meccanismo, ripeto, è automatico e non prevede una lettura previa dei commenti: serve solo ad evitare che l’anonimato fornisca a persone con poco nobili intenzioni di colpire chiunque impunemente.
Se, poi, avesse provveduto a dare l’autorizzazione, resta sempre la possibilità di errore del sistema.
Non c’è e non ci sarà mai da parte nostra un’immotivata o prevenuta censura. A mia memoria, dal 2007, i commenti rimossi dal moderatore si contano sulle dita di una mano e non erano mai diretti all’opera ma contenevano insulti di matrice discriminatoria su utenti del sito.

 Bianca Mannu - 23/06/2012 16:48:00 [ leggi altri commenti di Bianca Mannu » ]

Ho già commentato questo testo. E inspiegabilmente è sparito, malgrado io abbia opportunamente schiacciato su <pubblica> e inserito il mio indirizzo di posta elettronica. Come mai? Me lo chiedo,non per difesa del <mio ufficio>, ma per interrogare La Recherche sulla sua apertura alle diverse opinioni e idee, non solo letterarie. Infatti la poesia di impegno civile, etico-politico, etico-filosofico e storico, non ha minori diritti, anzi. Ma, proprio in virtù di tale specifica caratura, è lecito porle quesiti di senso che ad altro genere di composizioni sono risparmiate. Ora mentre io riconoscevo alla rappresentazione poetica di Santoro (limitatamente al brano letto; il successivo assaggio non ha smentito)la forza di stagliare l’orrore e la tragicità entro il risaputo perimetro del quotidiano e del suo linguaggio cosale, e perciò tanto più violentemente espressiva, mi chiedevo e chiedevo a eventuali interlocutori (compreso l’Autore), se la collocazione storiografica e geografica non inducesse a chiudere entro uno spazio/tempo determinato quell’orrore, che invece continua - ben poco contrastato - a tingere la nostra attuale quotidianità e dissimularsi in essa, nella generale distrazione. Insomma ponevo il problem intercorrente tra memoria e storia, tra linguaggi e contesti di riferimento, tra evocazione rituale e/o scaramantica e consapevolezza di quanto il sonno della ragione ci conduca a ritenere che il male ci stia, conficcato come una croce tombale, alle spalle.

 Loredana Savelli - 22/06/2012 07:15:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Dopo aver letto la chiarissima recensione di Maggiani all’intero libro, riesco a contestualizzare meglio e ad apprezzare più compiutamente queste due poesie, e condivido personalmente la scelta stilistica asciutta e puntuale. Sono d’accordo che andrebbe letta nelle scuole un genere di poesia così. E’ altamente "educativa" e raggiunge lo scopo efficacemente.

 Narda Fattori - 19/06/2012 09:56:00 [ leggi altri commenti di Narda Fattori » ]

Siamo tutti chiamati a testimoniare " la banalità del male". E’ anche routine da rispettare, qualche inceppamento, e la blasfemia dell’assassino di chiamare dalla sua parte anche il Cristo.
Più banale di così... Occorre fare molta attenzione perché richiamo tutti quella banalità fatta anche di omissioni, di silenzi, di scrollate di spalle.
Bravo Santoro che con i suoi versi lievi è in grado di far scaturire queste riflessioni.

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